Si parla di micro idroelettrico se ci si riferisce ad impianti che non superano i 100kWh di produzione, all'interno di questa categoria si individua un ulteriore categoria relativa agli impianti che sono destinati all'autoconsumo e producono meno di 5 kWh detta “pico idroelettrico”.
Le turbine maggiormente utilizzate in questo genere di applicazioni sono le Pelton o le Banki (dette anche Cross-Flow).
I requisiti minimi per una corretta installazione sono i seguenti:
- Un dislivello o salto d'acqua sufficiente (anche di qualche metro)
- Una portata d'acqua minima (anche di soli 0.5 litri/secondo) non eccessivamente condizionata dalla stagione e abbastanza costante nel tempo.
- Possesso della Concessione di derivazione delle acque pubbliche superficiali per uso idroelettrico (l'ente incaricato per l'autorizzazione è la Provincia)
Come per il fotovoltaico anche nel caso dell'idroelettrico l'impianto può essere in isola (ossia indipendente) o connesso alla rete e con la possibilità quindi di vendere energia alla rete.
- Impianto in isola: L'impianto in isola è spesso utilizzato per potenze di pochi kW o addirittura pochi Watt, e al servizio di utenze prive di un collegamento alla rete (come rifugi montani,fattorie o piccole comunità isolate), inoltre essendo l'acqua, a meno di situazione di siccità, sempre presente non si incorre nella necessità di accoppiare un piccolo impianto idroelettrico ad un sistema di accumulo portando così ulteriori vantaggi sull'investimento iniziale e sull'ingombro.
Piccole potenze sono comunque utili, infatti, essendo generalmente l'acqua sempre presente nelle 24hr, anche una produzione di poche centinaia di Watt, abbinata ad un sistema di accumulo, è in grado di fornire l'energia di una baita o rifugio.
Ad esempio una turbina pico-idroelettrica che produce “solo” 400Whr, una volta abbinata ad un sistema di accumulo è in grado di accumulare e fornire in una giornata ben 9,6kWh che è circa il consumo di una famiglia media!
La quantità di energia in eccesso che non viene utilizzata viene dissipata in apposite resistenze, in alcuni sistemi si può addirittura utilizzare il calore prodotto da queste resistenze mediante la dissipazione per riscaldare acqua sanitaria portando l'utenza ad una maggiore indipendenza energetica.
Un'ulteriore vantaggio di questi sitemi è legato al fatto che essi sono altamente automatizzati e richiedono quindi solo interventi di ordinaria manutenzione. - Impianto in rete: Nel caso di impianto connesso alla rete le opzioni sono sostanzialmente due,se l'impianto è entrato in funzione in data successiva all'1 Gennaio 2013 infatti si può usufruire della tariffa omnicomprensiva o in alternativa del servizio di scambio sul posto (fino ad una potemza di 500 kW).
- Tariffa Omnicomprensiva: Si ha diritto alla tariffa omnicomprensiva solo se in possesso di piccoli impianti, nello specifico se l'impianto è di potenza minore a 1MW e ricadente nella disciplina del Dm 6 luglio 2012 o se di potenza inferiore a 500 kW e ricadente nella disciplina del Dm 23 giugno 2016.
La tariffa omnicomprensiva è un incentivo che viene riconosciuto per un periodo di 20 anni e viene misurato in base ai kW prodotti secondo i seguenti criteri:- 0,257€/kW con impianti < 20 kW
- 0,219€/kW con impianti compresi tra i 20 e i 500 kW
- 0,150€/kW con impianti compresi tra i 500 e i 1000 kW
- Scambio sul posto: Lo scambio sul posto (SSP), disciplinato dalla deliberazione dell'Autorità per l'energia elettrica e il gas, definisce la regolamentazione del meccanismo che consente di immettere in rete l'energia elettrica prodotta da un impianto privato di produzione di energia elettrica, ma non immediatamente autoconsumata, per poi prelevarla in un momento successivo per soddisfare i propri consumi elettrici. Il servizio di scambio sul posto è regolato su base economica dal Gestore dei servizi energetici (GSE) in forma di contributo finanziario associato alla valorizzazione, a prezzi di mercato, dell'energia scambiata con la rete elettrica.
- Tariffa Omnicomprensiva: Si ha diritto alla tariffa omnicomprensiva solo se in possesso di piccoli impianti, nello specifico se l'impianto è di potenza minore a 1MW e ricadente nella disciplina del Dm 6 luglio 2012 o se di potenza inferiore a 500 kW e ricadente nella disciplina del Dm 23 giugno 2016.
Quanto costa realizzare un impianto idroelettrico?
E' spesso complicato stabilire il costo di un impianto idroelettrico in quanto spesso le opere edili (come per esempio canali di presa o strutture di sbarramento) incidono fortemente sull' investimento.
Per quanto riguarda invece la parte meccanica, ossia la realizzazione della turbina vale il principio dell'economia di scala, ossia più la turbina cresce di potenza più il costo proporzionale diminuisce, in breve sostanzialmente si intende che se la turbina è di piccola taglia in proporzione a quello che produce costerà sicuramente di più della stessa turbina con una capacità produttiva maggiore in termini di kW.
A questa regola si presenta però un'eccezione per quanto riguarda gli impianti picoidroelettrici in quanto per questi impianti spesso non si rende necessaria un opera civile.
Altro aspetto vantaggioso delle micro/pico centrali è legato al fatto che esse non necessitano, data l'elevata automazione, di supervisione da parte di personale dedicato.
Si può in via generale stimare un costo per impianti di piccola taglia intorno ai 3000€/kW installato,
se l'impianto è fornito chiavi in mano per potenze sotto ai 3kW con le opere edili si arriva sino a circa 10.000€/kW, in media si calcolano tempi di ammortamento dell'investimento di circa 15-20 anni per impianti tra i 10 e i 100 kW e tempi di ammortamento di meno di 10 anni per impianti di taglia inferiore.
Questi risultati economici sono vantaggiosi anche alla luce della lunga vita utile dell' impianto (circa 50 anni) e dell'elevato fattore di utilizzo (dalle 3000 all 5000 ore all'anno).
Quali sono i componenti dell'impianto?
- Per utenze connesse alla rete:
- Turbina idraulica: È il cuore dell’ impianto ed è, in linea generale, costituita da un organo fisso “il distributore” e da uno mobile “la girante”. Il primo distribuisce la portata in arrivo alla girante e regola la portata; la girante trasforma l'energia ricevuta.
- Generatore: Produce energia elettrica ricevuta dalla turbina ed è capace di lavorare a diverse velocità offrendo un rendimento elevato di trasformazione dell’ energia meccanica in elettrica, generalmente tra l' 80-85% .
- Quadro elettrico: È il dispositivo di controllo che regola i flussi di energia verso i punti di utilizzo trasformando e mantenendo stabile la tensione.
- Opera di Presa -
- Per utenze isolate avremo gli stessi componenti e inoltre:
- Dissipatore: Hanno il compito di dissipare l'energia prodotta dall'impianto non utilizzata dall'utenza al fine di evitare che il sistema vada in corto.
Di che permessi ho bisogno?
Con la concessione la PA costituisce in favore del soggetto concessionario un «diritto temporaneo» di sottrarre l’acqua all’uso generale per destinarla ad un uso particolare (sempre che ciò sia compatibile con il pubblico interesse) secondo un determinato progetto di utilizzo.
Le procedure di autorizzazione alla costruzione e all’esercizio dell’impianto sono attivate solo all’ottenimento della concessione a derivare.
La concessione di solito viene effettuata dalla provincia per impianti di potenza inferiore a 3000kW e dalla regione per impianti di potenza maggiore, gli elementi di cui viene tenuto conto sono i seguenti:
- Quota punto di presa
- Quota punto di restituzione
- Portata media annua
- Portata massima concessa
Per quanto riguarda l'iter della concessione in sintesi possiamo riassumere i seguenti passaggi:
- Istanza di concessione corredata da progetto di massima;
- Avvio procedimento (se progetto adeguato);
- Pubblicazione BURL avviso istanza : eventuali istanze concorrenti;
- Eventuale Verifica/VIA o Valutazione di Incidenza (SIC/ZPS)
- Istruttoria tecnico-amministrativa (unificata con istanze concorrenti) e richiesta pareri obbligatori (es: parere Autorità di bacino, Autorità Idraulica, Autorità competente su sicurezza sbarramenti di ritenuta; etc.); Rilascio/rigetto concessione con scelta tra concorrenti (a parità di progetto la prima istanza) e accettazione/firma disciplinare di concessione.
ACQUISITA LA CONCESSIONE SI DEVE PRESENTARE ALL’AUTORITA’ CONCEDENTE (ART. 21 DEL R.R. 2/2006) IL PROGETTO ESECUTIVO PER ATTUARE LA CONCESSIONE E COSTRUIRE LE OPERE.
La durata dei procedimenti:
Per l’uso idroelettrico si ha un aumento dei tempi «amministrativi» del procedimento dovuta alla somma di 2 iter:
- L’ottenimento della concessione a derivare (18 o 24 mesi se con VIA);
- L’autorizzazione «s.l.» (o nulla osta) a costruire e esercire l’impianto (CEL, PAS o AU).